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La baronia di Carapelle si ribella contro le pale eoliche
Credit: A.Cal. Aggiornato al 27/03/2012 ilcapoluogo.com ~~
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[The Barony of Carapelle rebels against wind towers – The five municipalities in the barony of Carapelle will not allow their picture-postcard landscapes to be marred by ugly towers topped by wind blades. “The construction of a wind farm in the municipality of San Pio delle Camere could weaken the application of the Barony of Carapelle (the ancient name of the municipalities in the valley at the time of the Lombards) to become a heritage site protected by UNESCO – a request already made to the international body.” That is the fear expressed by the mayor of Santo Stefano di Sessanio, Antonio D’Aloisio.]
L’Aquila, 27 mar 2012 – I cinque comuni della baronia di Carapelle non consentiranno che i loro paesaggi da cartolina siano deturpati dalle orribili torri sovrastate dalle pale eoliche. «La realizzazione di un parco eolico nel comune di San Pio delle Camere potrebbe ipotecare la candidatura della Baronia di Carapelle (l’antica denominazione dei comuni della vallata al tempo dei Longobardi) a diventare patrimonio protetto dall’Unesco. Una richiesta peraltro già avanzata all’organismo internazionale». Questo il timore espresso dal sindaco di Santo Stefano di Sessanio, Antonio D’Aloisio.
Il primo cittadino concorda con la petizione lanciata dal regista tedesco Georg Brintrup, tuttavia la protesta potrebbe andare anche oltre con la presentazione di un ricorso al Tar nelle prossime settimane cui aderirebbero anche i sindaci dei comuni dell’antica baronia. Le tre torri con le pale eoliche sarebbero un pugno nello stomaco, una nota stonata non solo nella “cartolina” di Santo Stefano, ma anche in quella dei borghi vicini.
«Ho fatto cenno della questione al sindaco di San Pio delle camere, Francesca D’Andrea – ha continuato D’aloisio – Mi ha detto che la centrale è una eredità della passata amministrazione che si era dotata di tutte le autorizzazioni». Che sia troppo tardi? Il problema è anche ambientale visto che l’installazione delle pale comporterebbe lo squarcio delle creste della montagna.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’Anci, Antonio Centi. «In un Paese fragile come l’Italia ed in quanto tale affascinante ed unico al mondo, non si possono assumere decisioni riguardanti le trasformazioni territoriali legittimandole solo sulla base delle autorizzazioni formali – scrive Centi in una nota – Non ci si può astrarre dai contesti ovvero dalla vera ricchezza dell’Italia ed in tal senso il contesto di Santo Stefano di Sessanio – uno dei Borghi più Belli d’Italia, dovrebbe entrare come componente aggiuntiva, imprescindibile di qualsiasi decisione amministrativa. Non mi preoccupo di sapere se il paventato parco eolico a ridosso di Santo Stefano di Sessanio disponga delle autorizzazioni. Se, come sembra, ne dispone, ci si troverebbe di fronte al caso classico di una distruzione autorizzata di immagine di un territorio delicato e pregiato. Bisogna far di tutto per evitare un tale disastro paesaggistico».
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